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07 Gennaio 2012 – Pierluigi Montalbano presenta il suo ultimo libro “ANTICHI POPOLI DEL MEDITERRANEO”
Questa sera alle 17.30, con il patrocinio della libreria Koinè di Porto Torres e dell’Associazione Sviluppo e Rinascita, vi è stata la presentazione dell’ultimo libro di Pierluigi Montalbano
“ANTICHI POPOLI DEL MEDITERRANEO”.
Presso la libreria Koinè, in C.so Vittorio Emanuele 25 il Professore Cagliaritano Pierluigi Montalbano, autore del libro “Antichi Popoli del Mediterraneo“, pubblicato da Capone Editore a Novembre 2011, ci ha esposto nel suo studio un’interessante panoramica delle civiltà che sin dal Neolitico si affacciavano sul mare Mediterraneo.
Il mare, fin dall’alba dei tempi, rappresenta una risorsa vitale per l’umanità. Le più floride civiltà si svilupparono in prossimità dei porti naturali dove si potevano agevolmente riparare dal maltempo le imbarcazioni e laddove le risorse ittiche ampliavano la scelta dei prodotti commestibili e le foci dei grandi fiumi regalavano acqua dolce, terreni fertili e possibilità di trasporto su zattere.
Tra i vari focus su cui si concentra l’opera, uno molto significativo é la scomparsa della civiltà Minoica, senza rivali nelle attività marinare, e che scomparve probabilmente ad opera di una catastrofe naturale.
La parte più interessante del libro, per noi Sardi, si trova verso la fine. Esso infatti si chiude con un approfondimento di una delle più antiche e misteriose civiltà mediterranee, quella Nuragica, con una minuziosa descrizione della sua riscoperta attività marinara, alla luce anche delle ultime scoperte archeologiche.
Ad introdurre l’autore è stato Luigi Ruda, animatore dell’Associazione “Sviluppo e Rinascita”.
La presentazione del libro è stata arricchita dalla proiezione di immagini inedite realizzate al British Museum di Londra e al Museo di Ankara, in Turchia.
Ha concluso la serata un’interessante dibattito con i presenti che hanno posto numerose domande all’autore che ha sempre risposto con un linguaggio semplice e accessibile a tutti.
Pierluigi Montalbano ha fatto della Storia una ragione di vita. È docente di preistoria e protostoria nei corsi regionali per il rilascio del patentino di guida turistica, edi storia in alcuni istituti sardi. È stato relatore in ambito storico-archeologico in numerosi convegni in Italia e all’estero ed è coordinatore di importanti rassegne espositive sul Mediterraneo Arcaico.
Collabora con una equipe internazionale su temi riguardanti la navigazione antica, i relitti sommersi del bronzo e del ferro e i commerci fra oriente e occidente mediterraneo. È specialista nell’ambito della metallurgia del rame e del bronzo, dalla produzione ai processi di lavorazione per ottenere i prodotti finiti.
Dirige il quotidiano on-line di storia e archeologia, organizza conferenze sulla storia della Sardegna e progetta laboratori didattici dedicati all’archeologia. È curatore per il 5° anno consecutivo della rassegna culturale “Viaggio nella Storia”, realizzata in collaborazione con i docenti della Università di Lettere e Filosofia di Cagliari.
È autore di oltre novanta articoli a carattere scientifico, tra i quali quattro libri:
– Le navicelle bronzee nuragiche – 2007 – Dal Neolitico alla civiltà nuragica – 2008 – Sherden, Signori del mare e del metallo – 2009 – Antichi Popoli del Mediterraneo – 2011
07 Agosto 2011 Proiezione e Dibattito nella Sala Filippo Canu del Documentario Inchiesta di Massimiliano Mazzotta “OIL”(2° tempo)
Questa sera, organizzato dal gruppo IRS di Porto Torres, nella Sala Filippo Canu, si è svolto un incontro dove è stato proiettato esuccessivamente commentato il nuovo
film inchiesta “OIL secondo tempo” alla presenza del suo Regista Massimiliano Mazzotta e dell’autore del libro “L’oro nero dei Moratti” Antonio Caronia.
L’incontro è stato moderato da Michele Sotgiu dell’IRS di Porto Torres.
Dopo la tappa di Porto Torres il “Sardigna OIL Tour 2011” che è già stato a Sassari (30 luglio), Arborea (1 agosto), Cagliari (2 agosto), Monserrato (3 agosto), Osilo (4 agosto), Alghero (5 agosto), toccherà anche Putifigari (7 agosto).
Il poco coraggio dei Politici Locali nel contrastare le lobby di potere (sempre più intrecciate con la politica (al punto che ormai molti politici ai massimi livelli sono anche esponenti di queste lobby) è stato ancora una volta confermato dal fatto che tutti anno disertato l’incontro, anche perché in questo caso è stato organizzato da un partito fuori dal coro.
Interessanti gli interventi della Dottoressa Paola Correddu e di Giancarlo Pinna, entrambi del Comitato Lavoro e Salute Onlus.
Un piccolo appunto sulla parte dell’intervento di Giancarlo Pinna che in relazione agli impianti della “Chimica Verde” che saranno costruiti a Porto Torres si rammarica del fatto che ancora una volta non vi è stata una possibilità diretta di scelta da parte della popolazione, ma vi è stato semplicemente un accordo fra le parti sociali. Secondo lui si sarebbe dovuto fare un referendum consultivo.
Noi ci chiediamo che valore avrebbe potuto avere una consultazione referendaria con le attuali condizioni di disoccupazione e quindi di povertà e disperazione a cui sono stati VOLUTAMENTE portati molti cittadini di Porto Torres (e non solo) dall’attuale crisi economica.
In tali condizioni non si ha praticamente nessuna possibilità di contrattazione e di scelta. Davanti alla famosa domanda “Prendere o Lasciarare?” tutti (tranne forse i dipendenti pubblici e poche altre categorie che vivono di altro, avrebbero certamente risposto “Prendere!”.
Il DVD che è uscito in libreria a tre anni di distanza dall’uscita di “Oil”, il documentario di” Massimiliano Mazzotta sulla raffineria Saras (gruppo ENI) sita nel Comune di Sarroch, paese di 5200 abitanti che si affaccia sul golfo di Cagliari, a pochi chilometri di distanza dal capoluogo isolano, che suscitò la durissima reazione della famiglia Moratti, proprietaria dell’azienda, che tentò e tenta tuttora di ostacolarne la diffusione con ogni mezzo.
Tale raffineria, la più grande del Mediterraneo, sorta nei primi anni 60 del secolo scorso nell’ambito del Piano di Rinascita della Sardegna, le cui azioni sono per la maggior parte appunto di proprietà della famiglia milanese Moratti, aveva, in origine, un’estensione di 180 ettari, che col tempo si sono moltiplicati sino ad assorbire, con oltre 800 ettari di stabilimenti vari, la quasi totalità del territorio comunale di Sarroch.
Fino a pochi anni fa la raffineria era autorizzata ad emettere sino a 14.000 tonnellate di emissioni l’anno, poi ridotte alla metà.
Tra tali emissioni vi sono il benzene e l’idrogeno solforato, entrambi altamente cancerogeni, oltre che estremamente tossici.
Praticamente gli abitanti del paese vivono in simbiosi col polo petrolchimico, coi suoi rumori, coi suoi miasmi, coi suoi veleni; tra le case e le ciminiere vi sono non chilometri ma, in certi casi, poche centinaia di metri. Forse per questo il dottor Annibale Biggeri, intervistato nel film, ha riscontrato tra i bambini del posto una modificazione a livello di DNA, qualcosa che spaventa solo a pensarci.
Inutile dire che l’impatto ambientale di tale impianto si è rivelato col tempo devastante per le persone e l’ecosistema. Le patologie tumorali e le affezioni croniche dell’apparato respiratorio sono altissime rispetto alla media nazionale. Le viscere degli agnelli hanno odore di petrolio, e così i pesci della zona, fin quando li pescavano.
Da notare che, negli anni si è assistito non già ad un passaggio ad uno sviluppo piu’ rispettoso dell’ambiente, ma ad un ampliamento delle attivita’ di raffinazione petrolifera.
Del resto lo scempio ambientale e le vittime del cancro non sono mai state oggetto di inchieste da parte dei media locali, che si dedicano invece a sponsorizzare le grandi opere dei loro editori, disinteressandosi completamente della consapevolezza dei cittadini.
Sotto questo aspetto la vergognosa disinformazione dei mainstream isolani (giornali e tv) è veramente scandalosa e indegna di un paese minimamente civile.
Anche grazie a tale disinformazione la cittadinanza crede che la raffineria esista quasi per diritto divino, che così debba essere nei secoli a venire e che i morti siano il prezzo da pagare, una specie di moderno sacrificio umano, mentre a Milano i padroni del vapore contano i miliardi.
Nel 2000, tra gli altri, entra in funzione l’impianto IGCC della SARLUX, che smaltisce le scorie della stessa Saras, scorie altamente tossiche e di difficile smaltimento (il cosiddetto filtercake) ma che, per il nostro stato criminogeno sono considerate (unico caso in Europa) “fonti rinnovabili” e quindi vengono usate per produrre energia elettrica, sovvenzionata dallo stato con la truffa dei CIP6, gli stessi incentivi usati per assimilare gli inceneritori alle “fonti rinnovabili” e vendere l’energia elettrica prodotta in modo altamente inquinante (nanopolveri) al triplo del prezzo di mercato.
Il film del giovane regista di Lecce prende le mosse, quasi casualmente, da una sua vacanza nella zona risalente all’estate del 2007 e che lo condurrà a tornare diverse volte nel paese adiacente alla raffineria per sviluppare una vera e propria inchiesta sugli effetti dello stabilimento sulla salute della popolazione, sulla base di interviste dirette, testimonianze, nomi e cifre.
Il documentario inizia con una breve prospettiva storica mostrando la trasformazione della zona, da prevalentemente agropastorale con forte disoccupazione a tipicamente industriale, con circa la metà degli abitanti di Sarroch impiegati in raffineria e un aumento del benessere economico diffuso.
E subito iniziano le interviste, vera colonna portante di questo bellissimo esempio di cine-giornalismo. Purtroppio il miraggio del facile benessere economico basato sulla raffineria si rivela, per i lavoratori, piuttosto effimero, perché si può pagare con la vita.
Inizia a parlare un pescatore, con immagini che risalgono ai primi anni 70, che ci parla di “spigola al diesel“, con riferimento all’odore che ha talvolta il suo pescato.
Inizia a parlare un pescatore, con immagini che risalgono ai primi anni 70, che ci parla di “spigola al diesel“, con riferimento all’odore che ha talvolta il suo pescato.
Parlano poi Ignazio Piras (sicurezza sul lavoro Saras) per rassicurare sulle condizioni di lavoro, nonché Giorgio Zonza (responsabile comunicazione Saras) il quale, sfoderando un campionario di propaganda paradigmatico, ci parla di “progresso” e di “crescita” e, senza minimamente accennare alle vittime e ai veleni, ci illustra il gabbiano Gabì, usato come testimonial della raffineria nelle scuole elementari, per abituare sin dalla più tenera età gli abitanti di Sarroch a rispettare e ad amare quel mostro mefitico che avrà ucciso i loro genitori e forse un giorno ucciderà anche loro.
Bisogna amare i propri carnefici. Siamo oltre Orwell, ma proseguiamo.
C’e’ Skizzo, il giovanissimo artista di strada coi dredlocks che ci dà un saggio delle sue capacità e fa filtrare un raggio di sole in un film che, comunque, è sempre basato su un tipo di comunicazione cruda e realistica, con forti rumori di fondo, a volte disturbanti, testimoni con la voce camuffata e un effetto contrasto, leit motiv di tutto il film, tra la retorica mendace del potere e la verità raccontata e mostrata dalle vittime.
Ci sono i ridicoli controlli medici sugli operai, effettuati con roulottes e medici itineranti sul libro paga dell’azienda avvelenatrice.
A chi chiede di essere visitato in normali ospedale l’azienda risponde che non è possibile, a causa…. degli “alti costi“. Ogni commento è superfluo.
Viene poi ripresa, in conferenza, Claudia Zuncheddu, medico e consigliere regionale, che smaschea gli escamotage aziendali finalizzati a vanificare gli esami medici che potrebbero evidenziare le responsabilità della raffineria e i suoi gravissimi danni sulla salute: (“si dovrebbe espettorare catarro (proveniente dai bronchi), per avere dati veritieri, ma l’azienda ci diceva di sputare come campione della semplice saliva…” racconta un operaio).
Poi parla un un vecchio del luogo che sullo sfondo dell’onnipresente raffineria dice: “i soldi vanno a Milano“;.
Arriviamo all’8 marzo 2008; mentre Massimo Moratti festeggia a San Siro la squadra di calcio di famiglia, duettando al microfono con Celentano, mentre in Sardegna, in una palestra di Sarroch, un gruppo di persone rendono omaggio all’ultima vittima del petrolkiller.
Parla Barbara Romanino, i cui nonni sarrochesi sono tutti morti di cancro, dopo essere stati spossessati delle loro terre e indennizzati da “sa rovineria” con 340 lire al metro quadro; la Romanino, al microfono, indica chiaramente le responsabilità del petrolchimico e chiama in causa anche i politici locali, nel migliore dei casi indifferenti, quando non collusi o corrotti e comunque inadeguati a salvaguardare la popolazione decimata da un ecomostro insaziabile.
L’ex governatore della Sardegna Renato Soru, che concede un’intervista al regista (cosa che non faranno i vertici di POLIMERI EUROPA, società partecipata nel business petrolifero sarrochese), ribadisce la sua contrarietà ad assimilare alle energie rinnovabili gli scarti di lavorazione del petrolio, evidentemente altamente inquinanti. Non solo l’ex governatore stigmatizza la surrettizia pratica dei CIP6 in tale velenoso contesto, ma ricorda di essere stato l’unico politico a non aver partecipato ai rituali eventi aziendali organizzati dalla Saras.
Nel film è evidenziato l’attivismo di base e la sua importanza quando la politica abdica completamente al suo ruolo.
Arianoa è un’associazione sarrochese che raggruppa, ad oggi, un centinaio di persone tra lavoratori ed abitanti, che avanzano richieste all’azienda, oltre a stimolare il dibattito e la presa di coscienza della cittadinanza. La principale richiesta è la sicurezza e il diritto a vivere in un ambiente monitorato e possibilmente salubre. Non vogliono che la Saras se ne vada, ma vorrebbero che si cominci ad ascoltare la loro voce e prendere provvedimenti concreti.
Inutile dire che ne il comune ne tantomeno l’azienda li considerano interlocutori.
Il comune di Sarroch non ha voluto concedere un qualsiasi spazio pubblico per la proiezione del film, l’unica proiezione è avvenuta in un bar, e l’azienda stessa, nei suoi comunicati interni (lo affermano testimoni nel dibattito post-film), ha fortemente criticato l’opera del regista pugliese.
Tornando ad Arianoa, nel film parleranno Beatrice Tiddia, vedova del marito morto a 48 anni, di cui trenta in raffineria, e Igor Melis, un fondatore dell’associazione stessa.
Lo scienziato fiorentino Annibale Biggeri, intervistato, ribadisce lo stravolgimento ambientale e i rischi sanitari derivanti da un polo petrolchimico così pericolosamente vicino ad un centro abitato, nonché i già accennati danni al DNA infantile dei bambini sarrochesi.
Con riferimento allo scempio ambientale nel film incontriamo anche Vincenzo Tiana, responsabile Legambiente Sardegna e Luca Pinna, suo omologo del WWF regionale; entrambi sottolineeranno l’incongruenza, per non dire l’assurdità, della presenza devastante di una raffineria in una zona di altissimo pregio naturalistico quasi unica in Europa, con zone umide, dune, aironi e fenicotteri.
Patrizia ci racconta del suo compagno sarrochese, Gigi Vaccargiu, morto di cancro appena 31enne il 19 agosto 2007. Si tratta di una testimonianza tanto sobria quanto drammatica, veramente difficile da dimenticare.
Ma la catena di testimonianze su veleno, soldi e morti (l’ultimo operaio è morto il 13 aprile 2011), che grava su tutta la pellicola e che sembra un pallone che stia per scoppiare, trova il suo contraltare nella suprema ipocrisia delle parole che chiudono il film, quelle di Gianmarco Moratti, gran patron della raffineria, ripreso mentre parla di fronte ai suoi dipendenti: “la nostra famiglia è la Saras“. Un pugno in faccia farebbe meno male.
Inutile dire che il film è stato ignorato, per non dire censurato, da tutti i mainstream nazionali; qualche testata locale gli ha dedicato una mezza paginetta, ma senza approfondimenti, senza contesto, senza seguito. Nel DVD vi sono tante rivelazioni molto interressanti per le quali vale certamente la pena di vedere il film che invece è stato rifiutato persino da eventi (pseudo) culturali come Torino film festival 2008 e Festival Cinema Giovani 2008. Non parliamo della distribuzione nelle sale, non parliamone perché, semplicemente, non avremmo di che parlare.
Dobbiamo ringraziare il docente milanese di comunicazione Antonio Caronia che, conosciuto il giovane regista quasi per caso, si è poi adoperato per aiutarlo nella divulgazione.
(alcune parti sono liberamente tratte da Agoravox.it)
25 luglio 2011 Seminario su Microcredito e Prestito d’Onore
Seminario su Microcredito e Prestito d’Onore
Si è svolto stamane, nella sala conferenze del Museo del Porto, un seminario informativo curato dal Centro SIOL (Servizio di Iniziativa per l’Occupazione Locale) del Comune di Porto Torres al fine di favorire e divulgare le conoscenze sulle novità in materia di agevolazioni per la creazione di nuove imprese e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Ha introdotto i lavori l’Assessore ai Servizi Sociali Caterina Satta.
La Dottoressa Scognamillo ha poi fornito informazioni per le procedure di richiesta di finanziamenti seguite da Invitalia (Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti).
Uno dei principali strumenti utilizzati da Invitalia per sostenere l’Autoimpiego è il Titolo II del Decreto Legistlativo 185/2000 per mezzo del quale l’Agenzia sostiene la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali (anche in forma associativa) da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione attraverso le seguenti iniziative:
– Lavoro Autonomo (in forma di ditta individuale) Investimenti massimi previsti € 25.823; le iniziative agevolabili possono riguardare qualsiasi settore (produzione di beni, fornitura di servizi, commercio)
– Microimpresa (in forma di società di persone). Investimenti massimi previsti € 129.114; le iniziative agevolabili possono riguardare solamente la produzione di beni e la fornitura di servizi (il commercio ad es. è escluso)
– Franchising (in forma di ditta individuale o di società), da realizzare con Franchisor accreditati con l’Agenzia; le iniziative agevolabili possono riguardare la fornitura di beni e di servizi mediante la formula di affiliazione.
Le agevolazioni finanziarie previste riguardano:
a) gli investimenti (contributo a fondo perduto e mutuo agevolato)
b) la gestione (contributo a fondo perduto)
c) servizi di assistenza tecnica e gestionale.
Le somme finanziate riguardano in tutti i casi importi al netto di IVA che in genere è del 20%. Quindi è necessario anticipare l’importo dell’IVA che potrà essere recuperato in seguito.
I requisiti essenziali per accedere ai finanziamenti sono che sia la residenza dei soci che la sede legale, operativa e amministrativa devono essere ubicate nel territorio nazionale.
Per accedere alle agevolazioni occorre presentare una domanda contenente il piano d’impresa (busines plan) che evidenzi la coerenza tra il profilo del soggetto promotore e l’iniziativa imprenditoriale, che descriva la validità tecnica, economica e finanziaria dell’iniziativa.
È previsto inoltre un colloquio finalizzato alla verifica del possesso delle conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione dell’iniziativa proposta.
Invitalia, al fine di disincentivare comportamenti non corretti da parte dei beneficiari delle agevolazioni, avvia, in attuazione di un accordo sottoscritto con la Guardia di Finanza, un processo di monitoraggio dell’intero ciclo dei finanziamenti concessi.
I controlli verranno effettuati nelle diverse fasi di valutazione del progetto, dall’istruttoria all’erogazione delle agevolazioni.
Lavoro autonomo – a chi si rivolge
Questa agevolazione è rivolta a persone fisiche che intendono avviare un’attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale.
Per presentare la domanda i proponenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
– maggiorenne alla data di presentazione della domanda
– non occupato alla data di presentazione della domanda
– residente nel territorio nazionale alla data del 1 gennaio 2000 oppure da almeno sei mesi alla data di presentazione della domanda, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia.
Anche la sede legale e operativa dell’attività deve essere ubicata, come già detto, nel territorio nazionale.
E’ richiesta inoltre la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per carichi pendenti ed informazioni iscritte nei casellari giudiziari.
Nota bene:
Si con siderano occupati ai sensi dell’art.17 del D.Lgs. 185/00 e quindi non possono avvalersi di questa agevolazione:
1) i titolari di rapporti di lavoro dipendente (a tempo determinato e indeterminato, anche a tempo parziale)
2) i titolari di contratti di lavoro a progetto, intermittente o ripartito
3) i soggetti che esercitano una libera professione
4) i titolari di partita IVA, anche se non movimentata
5) gli imprenditori, familiari (nel caso di impresa familiare) e coadiutori di imprenditori
6) gli artigiani.
La ditta individuale deve essere costituita dopo la presentazione della domanda.
Microimpresa – a chi si rivolge
Questa agevolazione è rivolta a persone che intendono avviare un’attività imprenditoriale di piccola dimensione in forma di società di persone. Sono pertanto ESCLUSE le ditte individuali, le società di capitali, le cooperative, le società di fatto e le società aventi un unico socio.
Per presentare la domanda almeno la metà numerica dei soci che detiene almeno la metà delle quote, deve essere:
– maggiorenne alla data di presentazione della domanda
– non occupato alla data di presentazione della domanda
– residente nel territorio nazionale alla data del 1 gennaio 2000 oppure da almeno sei mesi alla data di presentazione della domanda, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia.
I soci che rispondono a questi requisiti devono detenere almeno la metà delle quote di partecipazione.
Anche la sede legale e operativa della società deve essere ubicata nel territorio nazionale.
E’ richiesta la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per carichi pendenti ed informazioni iscritte nei casellari giudiziari.
Le società devono essere già costituite al momento della presentazione della domanda.
Attenzione: lo statuto societario deve essere conforme alle prescrizioni contenute nell’art. 12, co. 4 del D.M. 295/01 attuativo del D. Lgs. 185/00, il quale recita:
“gli statuti delle società devono contenere una clausola che non consenta atti di trasferimento di quote di partecipazione societaria che facciano venire meno le condizioni soggettive di disoccupazione e di residenza fissate all’articolo 17, commi 1 e 2, del decreto legislativo, per almeno cinque anni dalla data della deliberazione di ammissione alle agevolazioni.”
Franchising – a chi si rivolge
Questa ag evolazione è rivolta a persone fisiche o società (di persone o di capitali) di nuova costituzione che intendono avviare un’attività imprenditoriale in franchising, da realizzare con Franchisor convenzionati con l’Agenzia.
Sono ESCLUSE le società di fatto e le società aventi scopi mutualistici.
Per presentare la domanda il titolare della ditta individuale o, nel caso di società, almeno la metà numerica dei soci che detiene almeno la metà del capitale sociale o delle quote, deve essere:
– maggiorenne alla data di presentazione della domanda
– non occupato alla data di presentazione della domanda
– residente nel territorio nazionale alla data del 1 gennaio 2000 oppure da almeno sei mesi alla data di presentazione della domanda, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia.
Anche la sede legale e operativa della società deve essere ubicata nel territorio nazionale.
E’ richiesta la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per carichi pendenti ed informazioni iscritte nei casellari giudiziari.
Le ditte individuali devono essere costituite dopo la presentazione della domanda.
Le società devono essere già costituite al momento della presentazione della domanda.
Attenzione: lo statuto societario deve essere , anche in questo caso, conforme alle prescrizioni contenute nell’art. 12, co. 4 del D.M. 295/01 attuativo del D.Lgs. 185/00 (vedi sopra).
Il Dott. Alessandro Pippia del Centro SIOL del Comune di Porto Torres, esperto di servizi di animazione territoriale e di consulenza per le imprese, del Microcredito FSE
L’Assessorato al Lavoro, Previdenza Sociale, Formazione, Cooperazione e Sicurezza Sociale, ha previsto di realizzare nell’ambito del POR Sardegna FSE 2007/2013 Asse III, in linea con gli scopi istituzionali del Fondo Sociale Europeo, forme di microcredito per sostenere l’avvio e/o il rafforzamento di attività imprenditoriali da parte di categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito o in condizioni di svantaggio.
Sono ammessi tutti i settori di attività economica ad eccezione dei settori esclusi dai Regolamenti Comunitari vigenti.
Sono considerate prioritarie le proposte che rientrano nelle seguenti categorie di attività:
servizi al turismo, servizi sociali alla persona, tutela dell’ambiente, ICT, risparmio energetico ed energie rinnovabili, servizi culturali e ricreativi, manifatturiero, commercio di prossimità, artigianto e servizi alle imprese.
Il prestito, per un importo variabile da un minimo di 5.000,00 ad un massimo di 25.000,00, viene concesso con un tasso di interesse nullo e una rateizzazione a cadenza mensile con decorrenza a sei mesi dalla stipula del contratto (12 mesi per le imprese costituende alla data di presentazione della domanda).
Per facilitare l’accesso alla misura, la Sfirs aprirà uno sportello di rappresentanza e sportelli itineranti in ogni provincia della Sardegna. In tali spazi gli operatori svolgeranno attività di informazione generale, illustrazione dei contenuti della misura, assistenza nell’inoltro della domanda di finanziamento per via telematica.
Le domande di accesso possono essere presentate a partire dal 30 Agosto 2011.
La Dottoressa Monica Manca del Centro SIOL del Comune di Porto Torres ha parlato dei Tirocini Formativi per i quali la Regione Sardegna e l’Agenzia Regionale per il Lavoro hanno predisposto il bando che prevedeva per tutta la regione 3.200 tirocini formativi e di orientamento (tfo) con voucher, attivabili in tutti i Comuni della Sardegna, anche in quelli più piccoli. I tirocini hanno l’obiettivo di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro e consentono l’acquisizione di nuove competenze a favore di disoccupati, inoccupati e di chi non percepisce ammortizzatori sociali.
La graduatoria di questo bando ha affidato al Comune di Porto Torres 39 borse lavoro che offriranno ad altrettanti disoccupati la possibilità di formarsi lavorando per 6mesi, dando nel contempo l’occasione di poter dimostrale le proprie capacità facendosi così conoscere e apprezzare dalle relative imprese, in cambio di una remunerazione mensile di 500€.
Per velocizzare i tempi di attivazione e snellire gli aspetti amministrativi è stata predisposta una procedura on-line con un sito dedicato, www.sardegnatirocini.it, a cui le aziende interessate e i candidati tirocinanti dovranno iscriversi, per poter presentare la domanda, a partire dal prossimo 1 ottobre. Sarà messa a disposizione degli utenti una vetrina di incontro domanda/offerta nella quale le aziende potranno inserire degli annunci contenenti alcune indicazioni importanti che riassumano quali attività dovrà svolgere il tirocinante e quale mestiere imparerà. Per ulteriori informazioni gli utenti del Comune di Porto Torres possono rivolgersi al Centro Siol, in Piazza Walter Frau, nello stabile che ospita i Servizi sociali.